23 novembre 2006

Le vie della spada sono infinite

Ieri sera i Vostri Affezionatissimi capitano ad una agghiacciante serata a tema medievale in una nota discoteca milanese.
L'atmosfera è kubrikiana: rozzi benestanti in abito da sera banchettano circondati da comparse in costumi antichi; un tizio con microfono vestito da Dante li intrattiene sparando minchiate in aulico e presentando qualche esibizione.
Intanto il dj martella con le musiche del Gladiatore, Braveheart e L'ultimo dei mohicani. Luci azzurre e rosse tagliano la sala e i vapori artificiali che salgono da qualche orifizio nascosto.
E' strapieno di tope apparecchiate, modelle e prostitute in borghese.
Sembra l'enorme set di un film porno.
Noi che ve lo dico a fare si vede lontano un miglio che non c'entriamo una sega. E grazie a dio.
Siamo lì per assistere all'esibizione di una nostra amica che da un annetto fa spada coreana ed è stata ingaggiata insieme ad alcuni suoi compagni per fare un numero durante questa serata allucinante. Verso mezzanotte Dante li annuncia al pubblico: dovrebbero essere dei samurai, ospiti esotici del duca di Milano.
Il siparietto è abbastanza carino: coreografie a tre con colpi a vuoto e finti combattimenti conditi da tipiche ritualità marziali da estremo oriente. Eppoi abbiamo tutti un mal celato debole per la nostra amica e guardarla in kimono mentre sventola sicura la katana ci turba parecchio.
Riusciamo a infilarci dietro le quinte dove scambiamo due chiacchiere con la gang dei samurai, pare tutta gente tranquilla e amichevole.
A un certo punto inevitabilmente si innesca qualche paragone tra la loro disciplina e la nostra. I primi scambi sono assolutamente appropriati e interessanti: si nota ad esempio come la loro scherma sia difficilmente trasferibile sul piano agonistico perchè concepita per essere letale, il che in effetti ha poco di sportivo; presto poi sorge il tipico quesito dei tempi dell'asilo: "ma se facciamo combattere Rota contro Musashi chi vince?" "Eh certo la scherma occidentale è più sintetica e tocca prima però se ti staccano di netto la testa anche se hai messo tre botte al piede hai perso comunque". Ecc. ecc.
Poi loro fanno un paio di battute sul fatto che salutiamo troppo sbrigativamente i maestri. Che loro no, il saluto caspita è importante e la disciplina e blablabla. Ridacchiano.
Provo un fastidio.
Aleggia una loro neanche troppo vaga sensazione di superiorità.
Il non-detto presupposto è più o meno questo: voi schermidori alla fine siete un pò dei barbari, non avete certo la nostra intensa spiritualità e grazia, frutti dell'antico rigore che guida i nostri movimenti e la nostra mente; quanta poca cura esprimono i vostri atteggiamenti in pedana, ma del resto il vostro non è altro che sport.
Molto bene, avrei un paio di annotazioni da fare.
E' vero noi schermidori sappiamo essere un pò grezzi a volte. La gente la fuori non se lo aspetta, spesso ci immagina belli composti in pedana, tutti rigoletti e cortesie. Ma la realtà è che ci si scanna. Con rispetto per lo più, certo, ma ci si scanna. Ci urliamo addosso. In divisa sudiamo selvaggiamente e puzziamo come delle capre. A volte la sera prima di una gara ci buttiam via peggio che a una festa di laurea e ho sentito di un tizio che la mattina al primo assalto ha chiesto l'alt, è andato a fondo pedana a vomitare ed è tornato a tirare come niente fosse. Poi ha perso, mi sa. Già, non siamo proprio dei signori in questo senso. Ma dietro al velo c'è molto altro. La componente mentale e quella fisica si fondono nella scherma direi perfettamente lasciando intatta la personalità individuale dell'atleta, che spicca sempre visibilmente impregnando di puro Spirito lama, corpo ed intelletto. Le Vie della Spada da noi sono tante quante le armi che vengono impugnate e questo significa potenzialità espressive infinite. Al momento, non sento bisogno di aggiungere altro.
L'arte della spada coreana, i cui fondamenti probabilmente riecheggiano di insegnamenti zen, avrà le sue ricchezze da offrire al praticante, come spesso ciò che è frutto del pensiero orientale. Ma non ho potuto fare a meno di notare un limite il cui peso non mi pare indifferente: nata per essere letale, per questo infatti concentrata sulla perfezione del singolo movimento, questa disciplina soffre ora di una forte menomazione. Nel contesto attuale, infatti, dove non ci si sfida più a morte armati di katana, buona parte del suo significato diventa irreperibile. Nella spada coreana attuale non esiste il confronto autentico ma si studiano forme prestabilite che vengono ripetute infinite volte per perfezionarne la realizzazione tecnica. E il tutto assume quindi la sola connotazione virtuale, mancando l'aspetto reale della faccenda, tipo mozzare la testa sotto la pioggia all'allievo malvagio del tuo anziano maestro.
E sì, senz'altro è possibile reperire utili metafore con cui riciclare il senso di questo allenarsi a uccidere a vuoto, ma la menomazione resta.
Neanche nella scherma occidentale uccidi, certo, però tocchi e fai esperienza di uno scopo realizzato. Il combattimento è quindi in questo senso assolutamente vero e l'atleta può assorbirne i contenuti.
Gli aspiranti samurai invece fanno gare in cui devono tagliare con tecnica fasci di paglia e bambù. E per quanto mi sforzi non può non sembrarmi frustrante e un pò masturbatorio.
Noi invece ci sfidiamo ancora a duello.
E chi perde
ahi lui
paga da bere.

un matto

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2 commenti:

Anonimo ha detto...

"A volte la sera prima di una gara ci buttiam via peggio che a una festa di laurea e ho sentito di un tizio che la mattina al primo assalto ha chiesto l'alt, è andato a fondo pedana a vomitare ed è tornato a tirare come niente fosse. Poi ha perso, mi sa. "
invece ha vinto 5-1...il primo anno dei giovani a squadre a rimini..un imolese di questo paese..
M.

Aries ha detto...

Dopo la serata al De Sade...

http://www.youtube.com/watch?v=_ST1wRzfgmI&mode=related&search=