7 ottobre 2007

Ritratti immaginari: Poi c'è il mio sogno.

La mia ragazza a volte non capisce. Dice che mi comporto da egoista, che di me stesso in fondo le offro poco, ma è facile parlare adesso quando invece un mese fa ero io ad avere bisogno di lei ma i suoi provini erano così importanti da non trovare il tempo di fare due ore di treno per venire a trovarmi qui. Brava, tante grazie. Mi spiace eh, se ogni tanto sono stanco, se devo allenarmi anche quando fisicamente sono uno straccio e magari al telefono mi senti un po’ distante, ma sai, tra una settimana avrei i mondiali e la scherma è il mio lavoro. Se ancora non l’avessi capito. Ma sai cosa? In fondo meglio così, mi aiuta a ricordarmi che sono solo, che devo imparare a rialzarmi e rialzarmi ancora senza l’aiuto di nessuno. E questa è la mia forza. Il tatuaggio sulla mia mano destra fatto in Giappone parla chiaro, lo guardo e so chi sono, mi spinge a combattere anche quando le difficoltà sono tante e le cose non vanno come dovrebbero. Comunque la fase negativa è passata, in pedana sto tornando quello di prima, la punta c’è e le gambe fanno il loro lavoro. La testa è sveglia e psicologicamente penso di essere il più forte, spero che il fisico non mi molli come l’ultima volta. Dopo l’influenza ho perso un po’ di massa, lo vedo allo specchio, ma non mi preoccupo, mi sento comunque carico ed energico. Seguo la dieta abbastanza rigorosamente, sgarro poco e non mi pesa: devo concentrarmi sulla gara e piano piano sento che ogni altro pensiero si arresta. E’ come se tutta la mia vita si contraesse intorno a un unico obbiettivo, in attesa di quel momento, di quell’assalto, in cui sarò perfetto. Sto leggendo un libro sullo Zen, mi aiuta a calmare la mente e mi sta ispirando anche schermisticamente. Devo dire che la filosofia orientale, insieme a Guerre Stellari è sempre una fonte di spunti preziosi che mi fanno riflettere. Cerco di eliminare tutta la negatività, le paure, evito anche alcune persone che secondo me hanno una cattiva influenza sul mio campo energetico. La tensione a volte sale, i mondiali sono sempre più vicini e mi serve un buon risultato. Ma ho fiducia. La grinta è tornata e penso positivo. Quest’anno ho lavorato tanto e spero sia arrivato il momento di raccogliere. Ancora uno sforzo, allora. Ancora una gara. Poi c’è il mio sogno. Poi c’è la vetta.
Eppure, dopo tutti questi anni, tutte le gare, gli allenamenti, le vittorie, le sconfitte, i ritiri, le spade rotte e mio padre che mi incita a fondo pedana, a volte mi sveglio di notte chiedendomi se è davvero quello che voglio. Strano, no?

un matto

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3 commenti:

Anonimo ha detto...

Beh, che dire: grande matte

Anonimo ha detto...

Perchè, d'un tratto, le tue parole non mi arrivano al cuore? Parlami d'amore, di duelli e di spade perchè le tue armonie mi rapiscono e mi fanno sognare. Il tuo nome è lo stesso ma le parole così fredde dove sei, matto?

Rossana

Anonimo ha detto...

Non han colpa le parole
a ben guardare:
non tutte, per natura,
sono fatte per il cuore.

Fredde forse alcune storie,
che non per questo sono brutte.
Finchè si ispirano alla vita (e alla scherma, quella vera)
a me infatti piaccion tutte.

Sarebbe presto questo blog
un ben noioso affare
se sempre raccontasse
di duelli spade e amore!

Ti propongo quindi questo accordo
tra il tuo ed il mio cuore:
continuerò a parlarti
di ciò che più mi pare.

un matto