7 febbraio 2007

Il Maledetto Scordinato Imprevedibile

Capita a tutti prima o poi.
Sei in forma, non troppo teso ma neanche troppo rilassato. La testa lavora bene, ti adatti facilmente all'avversario, le tue azioni sono efficaci. E il girone sta andando alla grande: cinque vittorie e hai appena giustiziato la testa di serie senza troppa fatica. Vai al massimo. Ti senti forte e aggraziato allo stesso tempo, calmo ma perfettamente vigile. E ad un certo punto, il tuo narcisismo straripa e ti dici: "Caspita, se tirassi sempre così potrei andare pure alle olimpiadi!". L'hai fatto. Accecato dall'orgoglio l'hai proprio sparata grossa. Ancora non ti rendi conto, ma mentre ancora gongoli ripetendoti che sì, sei proprio un talento e blablabla, Dio in persona si sta già organizzando per darti una lezione d'umiltà.

Nell'antica Grecia, l'arroganza eccessiva, debolezza umana spesso causa di rovina, veniva definita attraverso il termine "ùbris". Peccare di ùbris consisteva nell'eccedere goffamente, nel sovrastimare se stessi oltrepassando le proprie possibilità, reali o ideali. In parole povere, farla fuori dal vasino. I greci poi, che erano gente parecchio avanti, avevano capito che un peccato simile si può compiere anche solo col pensiero, mantenendo un'ipocrita facciata "low profile".
Un caso emblematico di ùbris, a quei tempi, era l'ignorare deliberatamente una volontà divina pensando di farla franca, come nell'episodio raccontato da Eschilo che vede protagonista il re persiano Serse che, fidando nella buona sorte, compie un atto che travalica i suoi limiti umani: nel muovere guerra ai greci, invade un tratto di mare, che per di più è anche sacro, e vi costruisce un ponte di navi, sfidando le leggi stesse della natura e offendendo nello stesso tempo il dio Poseidone. Il quale, naturalmente, guiderà il re verso il disastro militare.
E' interessante notare che gli dèi, in questi casi, per punire l'incauto peccatore non è che bussano alla sua porta armati di spranga e divina forza bruta, piuttosto manipolano gli eventi in modo subdolo, si manifestano sotto mentite spoglie, inviano sogni ingannatori e mille altre bastardate di questo genere che alla fine portano l'umano alla totale disfatta, fisica o esistenziale.

Ultimo assalto. Per ora, le hai vinte tutte. Evvai. Fai mente locale per capire chi è rimasto: testa di serie fatta, mancino francese fatto, il quarantenne corpulento che ti piglia il ferro fatto, la pippa innocua e terrorizzata fatta, il tizio che becchi sempre e c'è simpatia ma non ti ricordi mai il nome fatto...chi manca? Ti guardi intorno cercando il tuo ultimo avversario, senza trovarlo. "Amen- pensi- lo vedrò in pedana. Eppoi ho cinque vittorie! Chissenefrega! Sono un figo!". Mentre sei lì che ancora ripensi a che azioni stupende hai sfornato, che cavazioni fini, che parate tempestive, che prese di ferro salde ma strette e, dio!, che flèches da copertina, ti chiamano in pedana. Vai deciso verso il rullo, ti attacchi e alzi lo sguardo per vedere con chi devi tirare. C'è un pò di trambusto intorno all'arbitro che copre la visuale ma dopo qualche secondo la gente si dirama e, finalmente, lo inquadri.
La prima cosa che noti sono i calzini. Sono neri. E non di spugna ma di cotone. E non belli tesi ma un pò abbassati e sgualciti. Dentro di te un pò inorridisci, perchè il calzino nero proprio non si può vedere su uno schermidore, ma sghignazzi pure e senti che hai già capito tutto di lui. Solo gli scarsoni fanno scelte simili, è una verità non detta ma risaputa. Per il resto, il tuo avversario è abbastanza alto, magro e con occhi e capelli scuri. Deve avere circa vent'anni ma ha un'aria un pò adolescenziale enfatizzata da una pelle liscia e imberbe se non fosse per dei ridicoli e radi baffetti che evidentemente si ostina a non tagliare. La divisa è bianchissima e per qualche strana ragione gli calza malissimo. Impugna una spada francese dal manico arancione come fosse un cucchiaio e in un certo senso sembra completamente fuori luogo. Riabbassi lo sguardo e noti che, brrr, calza scarpe da basket blu. Questo è davvero troppo. Sembra teso e dal suo sguardo isterico e spaventato capisci che le ha perse tutte. Gli riguardi i calzini. E' più forte di te: quell'aria imbelle e esagitata, quei baffetti radi, quella spada storta e quel look da minchione non ti ispirano nessuna simpatia o tenerezza. Ti fanno violenza. Lo vuoi fare a pezzi. Qualcosa di estremamente malvagio si sta impossessando di te e non fai nulla per fermarlo. C'è anche la madre che lo guarda tirare e godi selvaggiamente al pensiero che lei assista al massacro impietoso di suo figlio. Non vedi l'ora di sfogare tutta la tensione accumulata nel girone su di lui. Dire che non lo temi è troppo poco, sei certo di vincere. L'idea di stroncarlo ti riempie di gioia rabbiosa. Tu sei il Campione e lui è una povera sega miserabile, così è la vita. Fanculo la modestia, fanculo il fair-play, fanculo il "non sottovalutare mai l'avversario": "io questa pippa di merda la distruggo!". Nascondi questi pensieri un pizzico antisportivi sotto un'aria cordiale, lo saluti e mentre immagini di sguazzare nel suo sangue gli sorridi amichevole. Cominciate a tirare. "Che la carneficina abbia inizio!" pensi, sbavando nella maschera.
Ma ti accorgi subito che c'è qualcosa che non quadra. Il tuo avversario si muove in modo strano. E' isterico, batte i piedi sulla pedana e agita il braccio armato in tutte le direzioni. E' talmente scordinato da risultare imprevedibile. Sembra matto. Il suo ritmo alieno rompe ogni tua azione al suo principio. E capire le sue intenzioni ti è impossibile. Gambe e busto in lui sembrano componenti separate e indipendenti. Le finte è come se non le vedesse, il suo braccio parte sempre nei momenti più impensabili e prendergli il tempo è davvero un'impresa al di fuori della portata di una mente umana. E' come quando si guardano certi insetti dalla motilità frenetica e incomprensibile e riesce difficile credere che siano una forma di vita del tuo stesso pianeta. Non ci stai capendo niente, è passato quasi un minuto e ancora non sei riuscito a toccarlo. "Maledetto scordinato! Ora ti ammazzo!". Decidi di buttarti, senza troppi calcoli, che tanto sta pippa non toccherà mai, che ti stai facendo dei problemi inutili, che è assurdo, che poi con dei calzini così, eccetera eccetera. L'idea è di spazzargli via il ferro con rabbia e sparare un affondo feroce in pieno addome, semplice ma brutale. Ma proprio quando il tuo ferro si scontra con il suo, piega il braccio in modo strano alzandolo contemporaneamente e, creando una misteriosa geometria, ti centra in piena maschera prima che tu riesca a raggiungere il tuo obbiettivo. La sua luce si accende. Lui lancia un urlo isterico, ti volta rapido la schiena e, pestando i piedi, torna in posizione di partenza. La madre, da fondo pedana, lo incoraggia: "Bravo Ruggero! Dai!". Ti sale talmente tanto sangue alla testa che probabilmente sotto la divisa il tuo corpo è diventato bianco come il latte. La mascella contratta, digrigni i denti, ridacchi nervoso e pensi che vuoi fargli del male. Ha anche urlato. Si chiama Ruggero poi. E ha i calzini neri. "Ti squarto". Di nuovo, quel modo di tirare da schizofrenico. Di nuovo, non riesci a pensare. Lui, evidentemente galvanizzato dalla botta appena messa, che ragazzina, ha aumentato ancora la sua velocità nevrotica e batte ancora di più le scarpe da basket sulla pedana. E' fastidiosissimo. Vuoi ritentare la stessa azione ma prima che tu lo abbia deciso veramente, il Maledetto Scordinato si abbassa all'improvviso e, con inguardabile gesto tecnico, schianta la lama di piatto sulla pedana toccandoti inspiegabilmente al piede. Luce. Urla. Mamma. Rabbia&pensieri sanguinari. Ora lo odi davvero. Mentre ricominciate a tirare, provando le stesse sensazioni di completo smarrimento di prima, ti accorgi che ti trovi inaspettatamente in crisi. La sete di vendetta e la paura di "perdere con uno così" stanno oscurando la tua lucidità, lo Scordinato invece ha il morale alle stelle e, soprattutto, niente da perdere. "Dai Ruggero!" Ti infiammi e parti in flèches. Parte anche lui, impossibile capire dove sta mirando. Lo tocchi. Ma tocca anche lui. E prima di te. Tre a zero. Urla come un pazzo, si sgola proprio. La mamma è in estasi. Sudi freddo, sei smarrito. E' avvenuto tutto così in fretta... e ora sei sotto di tre stoccate e manca meno di un minuto. Certo, hai cinque vittorie, ma l'idea di prenderle da quello scherzo evolutivo ti fa venire il mal di fegato. Non è possibile...tu sei molto più forte...quello è una merdaccia senza speranza...E mentre ti ostini ad avvelenare il tuo karma con questi pensieri, il tuo allucinante avversario parte di nuovo in flèches, da lontanissimo, lento e tremolante. Velocissimo, gli prendi il ferro pronto a sparare dentro con forza...male, devi fargli male...Ma la sua lama non è più dove credevi che fosse. Ti ha fatto una finta e ci sei cascato come un pollo. Da lui non ti aspettavi nulla di sensato e hai seguito il tuo primo istinto, sbagliando. La sua luce si accende ancora. Non grida. Incredibile, pensi, non esulta nemmeno più. La mamma si però. E' la disfatta. Mancano ormai pochi secondi. Tiri al piede, svogliato. Ti tocca. Cinque a zero. Lo saluti, incredulo, e ti stacchi. Il tuo cervello si rifiuta di realizzare la vergognosa debàcle e spara qualche fumogeno per annebbiare il tuo amor proprio. Dopo un pò però, seduto accanto alla sacca a bere gatorade, ti fai un esame di coscienza. Forse è giusto così, pensi. Quanto te la sei menata per le tue misere vittorie del girone. Altro che olimpiadi. Quello che è successo ti è servito a ricordarti che nella scherma nulla è certo è non puoi smettere davvero mai di guardarti le spalle. E anche quando sei al massimo, al top della forma, al settimo cielo o dove diavolo ti pare, c'è sempre qualcuno pronto a schiaffeggiarti e riportarti sulla terra. E non è detto che sia Rota. Può darsi che il tuo prossimo importante maestro sia qualcuno in fondo in fondo al ranking, con la spada storta e i calzini neri. Una vera sega, insomma. "Certo però - ti dici - che era proprio una gran sega". Te la ridi e corri a farti una piada.

Eschilo probabilmente l'avrebbe messa giù un po' diversa. Avrebbe detto: "Attento, giovane schermidore, quando un giorno ti troverai di fronte a un Maledetto Scordinato Imprevedibile. Non compiere l'audace errore di travisarne l'autentica natura: egli, forse, altri non è che un dio, giunto in pedana a giudicarti".

un matto

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14 commenti:

Aries ha detto...

Proprio vero: siamo noi stessi i responsabili e tutti dico tutti, Iddio ne è testimone, ci sono cascati almeno una volta.
Ciò nonostante l'occasione mi è gradita per mettere all'indice I Maledetti Scordinati Imprevedibili di tutto il mondo.

Se potete evitate (con rating Standard & Poor's):

1. Fabio Bozzo, AAA+ (SPM Genova)

2. Un certo Zerbini, AA+ (SPM Mangiarotti)

3. Cinotti, AA (SPM Pisa)

4. Maurizio Fergonzi, AAA (SPM Pavia)

...

Unknown ha detto...

Caro Matto
C’è del genio, c’è davvero del genio nel tuo modo di leggere i pensieri sotto la maschera.
Aries è decisamente pietoso nel dire "almeno una volta". Non posso contare le volte in cui in girone ho vissuto assalti (e brucianti sconfitte) del genere.
“Ti squarto” non è un’esagerazione. Quando l’Io si gonfia troppo, si annebbia di pensieri altezzosi, non è davvero iperbolico pensare di fargli pagare col dolore quelle due botte orripilanti che t’ha messo.
E' la madre, sì è l'esultanza di sua madre quella che ti fa sbroccare.
Ricordo di aver vissuto un assalto simile pure in diretta, il che è pure più grave e ingiustificabile per il sottoscritto. L’avversario mio un ragazzo assai più giovane, sicuramente cadetto, in possesso dei fondamentali ma senza nessuna botta di spicco. Il classico atletico anonimo che la scherma ha molto recentemente mutuato da qualche altro sport, che so, calcio, basket? Avete capito il tipo.
Alla fine dei primi 3 minuti sono su 9 a 4, facile. Quasi non ho sudato per ora. Scambio due parole e un sorriso con un compagno e il maestro.
Nel secondo terzo in un minuto e mezzo mi ritrovo 14 13 per lui. E sapete che pensavo? In quel momento, accecato da me stesso proprio come l’anti-eroe personificato qui da Matto, sul 14-13 per lui pensavo “tsk, sto ragazzino, probabilmente è la sua prima gara nazionale, mo si cagherà sotto mentre io sono 2 anni che assalti a 14 li vinco tutti”. Ma che cazzo c’avevo in testa? Parto in fleche. Doppio.
A casa, pirla, che non c’è posto per te agli assoluti.
Cacchio forse sono anche andato fuori tema, questo era principiante, non maledetto scoordinato.
Comunque Matto meglio di Joyce.

Afred “Freddy” O’Law

Anonimo ha detto...

Gli scoordinati non esistono, sono la trasposizione delle nostre paure fatte a uomo.

Anonimo ha detto...

quoto!

e poi scoordinato e' offensivo, preferisco dir: "diversamente coordinato"...o anche "strambamente impostato"...o pure "inaspettatamente snodabile", al massimo posso accettare il "disossato gelatinoso" o la "viscida canaglia" ma scoordinato proprio no!!!

:)

Anonimo ha detto...

Caro aries aggiungo alla lista del tuo ambizioso progetto:

5. Fenzi di Pisa, mi vendicherò ;-)

6. un nanerottolo di Genova sui 16-17 anni che rappresenta tutto ciò che uno schermidore non dovrebbe essere. Non ricordo il nome ma si riconosce tra i genovesi.
P.S. Si porta appresso un padre insopportabile totalmente incompetente di scherma e che interviene dibattendo con l'arbitro, ma che vi farà mille complimenti al termine dell'assalto.

ciao

Toucheur

Anonimo ha detto...

Caro mio nessun commento può essere più eloquente e condivisibile di una citazione del post "I Tempi" del Messere: "La spada ha un grande difetto, che e’ forse il suo piu' grande pregio: proprio nel momento in cui svolgi un’azione perfetta, l’avversario ha pieno diritto di portarne a termine una imperfetta ma ugualmente efficace. Il segreto di quest'arma, probabilmente, risiede nella caoticita' degli eventi."

Mara Ging

Anonimo ha detto...

Diritto? Io voglio avere il diritto di usargli violenza...

biricchina'82

Anonimo ha detto...

poi ci vorrebbe un post sui servizi che ciclicamente riappaiono su giornali newsmagazines e altro ciarpame (corriere - STYLE, ultimo numero) su quanto la scherma sia trendy. foto di manager in giacca e cravatta con spada in pugno, racconto delle loro carriere, banalità assortite (tipo l'elogio-della-perfetta-semplicità-della-botta-dritta, ma vaffanculo) e poi, a latere, riquadro su come veste lo schermidore. non può mancare neanche mai la foto sulla storica-sala-romana, quella degli attori, eccetera.
a-ri-vaffanculo

(mannerheim)

Anonimo ha detto...

che appunto, diciamolo, la scherma è bella perchè puzza.

(mannerheim)

Anonimo ha detto...

no dico... nessuno dice niente di quel tarantolato di luca ferraris?? Maledettissimo, scordinatissimo e imprevedilissimo.
chissà se ciula come tira...

D.

Aries ha detto...

Caro mannerheim, ti anticipo che la redazione sta sviluppando un pezzo proprio su questo tema. Porta pazienza e le tue aspettative saranno premiate.

Un affettuoso risucchione.

Tuo, Aries

Anonimo ha detto...

un bel risucchione è proprio quel che ci vuole. grazie dell'attenzione,

sempre vostro,

mannerheim

Unknown ha detto...

Ruggero, io, un giorno, ti ucciderò.

Fred "unforgiven" O'Law

Aries ha detto...

Io... io pensavo al suo bene.. pensavo lo avrebbe aiutato. Ormai era impossibile cambiare la sua impostazione e la cosa più saggia era sfruttare quel suo difetto. Pensavo a Paolo Zanobini quando mi disse che solo l'impugnatura francese aveva permesso a Bozzo di avere quei risultati, sporcata da tutte quelle lezioni passate ad insegnarli apposta le flechés storte, abbassandosi...
Ma che cosa ho fatto... un mostro ecco cos'ho creato. Davide se stai leggendo, perdonami...