29 settembre 2007

Topolino e il Trofeo di Topolinia

Avevo undici anni ed ero un casinaro. A differenza di molti ragazzini spediti in sala a pedate da mamme troppo indaffarate col postino, mi fu sufficiente leggere “Topolino e il Trofeo di Topolinia” per capire come di lì in poi avrei sfogato le mia turpi voglie.
Mi infilai in quel sotterraneo vicino a casa da cui filtrava lo sferragliare. Dentro il puzzo di quella cantina (solo dopo scoprii che per schermistica tradizione la qualità degli spazi è inversamente proporzionale ai risultati che questi riescono a conciliare), mi diressi sprezzante verso il vecchietto bardato giù in fondo. Seduto sulla panchina lo ascoltai venti minuti pronunciare numeri ordinali apparentemente a caso, sforzandomi di comprendere il loro significato fino a quando il vegliardo non si interruppe. Mi chiese chi fossi e che diamine stessi facendo lì imbambolato indirizzandomi all'ingresso, in segreteria, dove pagando cash avrei potuto comodamente accedere alla conoscenza.

Mi è venuto in mente tutto questo perché domani salirò in pedana per la prima volta in questa mia quindicesima stagione di onorata attività. La gara è più o meno il Trofeo di Topolinia ed è organizzata dalla mia società. Per questo mi è stata fatta un proposta che non potevo rifiutare, nonostante sia più di due mesi che non muovo un muscolo. Che dire, tirerò di espedienti.

Aries


P.s. Se volete l'autografo di uno degli autori di S&S, mi potrete facilmente riconoscere: sono il riccioluto ansimante che per riprendere il fiato dopo una frecciata torna in pedana facendo il giro del palazzetto.


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27 settembre 2007

Settecentocinquanta grammi [#1]

"Il suo linguaggio esplicito è fatto apposta per turbare gli imbecilli. A tutti gli altri, buon divertimento."
Daniele Luttazzi, Satyricon

No, niente, è che mi sembrava calzante.

21 settembre 2007

Dopo due edizioni consecutive, la mia faccia da culo non andrà in onda per commentare i Campionati del Mondo sul canale satellitare Eurosport.
Qual è stato il momento in cui Aries ha cominciato la sua parabola discendente? (vota la frase)

“Con questa botta Jeannet ci vuole dire che un’altra scherma è possibile”
(Finale SPMSQ 44 pari, priorità Spagna. Il francese stende il buon Abajo con una botta dritta in flechès sparata da mille metri)

“Questa è ermeneutica della stoccata…”
(Baldini piazza la quattordicesima a Joppich nella rimonta della finalissima)

“Qui giace la Campionessa del Mondo.”
(Finale FFSQ la Granbassi è un pupazzo nelle mani della russa Rouzavina che le rifila un 5 a 0 tondo tondo)

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13 settembre 2007

Navigare necesse est


A: "Che ne pensate??"
UM: "Uhmm..."
LM: "Non saprei, già me lo vedo il giudice..."
A: "Prova quest'altro"
LM: "Incredibile, è libero!"
UM: "Ottimo"
LM: "...Innocuo"
UM: "Sì, e poi è come dire, cioè quella vera siamo noi"
A: "Diabolico..."

http://www.lascherma.it/

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7 settembre 2007

Ritratti immaginari: Da giovane facevo pure lo skipper.

La scherma è una figata! Io glielo dico sempre a mia moglie. Lei mi faceva: "ma che cazzo vai a fare scherma che c'hai 43 anni e fai l'avvocato" e io che le ripetevo ma che cazzo c'entra, scusa! O no? Cioè, alla fine perchè no, mica son vecchio, poi è pieno di gente che c'ha anche più di quarant'anni e li vedi che ancora ci danno e ci danno..in tutti i sensi! M'hai capito? Poi ti dico, io ho sempre fatto vela, portavo le barche, da giovane facevo pure lo skipper, e li dio buono se si stava bene che ancora ci ripenso..un sacco di figa! e lo dico sempre a mio figlio "vai a fare lo skipper che sei giovane dio cristo!", comunque cioè io sono abituato, lo sport mi è sempre piaciuto e quindi vado bene così, hai capito, non è che mi pesa o altro. Ma è troppo bello! Cioè, pigli la spada, ti confronti, vinci, perdi, t'incazzi di brutto..ooh ma devi vedere come t'incazzi, io faccio proprio le scene a volte che mi guardano male! Però mi piace, che gli urli in faccia e tiri fuori i coglioni e gliela fai vedere dio cristo! che la vita è così eh, li devi tirar fuori che sennò la gente poi ti mette i piedi in testa e lo so io, infatti lo dico a mio figlio ma capito a loro non gliene frega un cazzo..eeh beati loro, o no? Poi vinco, capito, cioè son portato! siamo in sei o sette in palestra che c'abbiam tipo quarant'anni e li bastono! uno ha pure iniziato molto prima di me, tipo quattro anni fa, e io son due anni, e gliele dò! ah ah! poi si piglia male, ma è bello così, che alla fine poi sotto la doccia di nuovo tutti amici e si parla di figa, capito? come i ragazzini dio buono! Troppo bello, troppo troppo bello. Minchia magari mia moglie pure la tiro dentro, che li ci son pure le donne che fanno scherma e le puoi pure sfidare, dei ragazzi m'han detto che a volte fan pure le gare miste! te lo vedi che cazzo combinano in albergo sti qua? e le trasferte e tutto quanto vedi quanto scopano questi, poi le ragazze sportive a me m'han sempre tirato di brutto, lo so io..Oh ma vieni anche te! devi provare fidati! Vedi come ti gasi, che ti conosco a te che t'infervori minchia! Di brutto! C'ho il maestro c'ho! Uno in gamba cazzo che da giovane ha vinto una cifra, adesso c'ha una panza ma i ragazzini pure dicono che se sale in pedana fa il culo a tutti fa! e la scherma è così capito? sei vecchio e c'hai la panza ma se tiri fuori i coglioni gli fai il culo, pure a quelli giovani! Poi alle volte veramente t'infervori, coi ragazzini poi, magari perdi però ogni tanto qualche colpo bello forte glielo tiro, bum! nel petto e vedi che gli hai fatto male e si cagano sotto, dio buono e fanno bene fanno! Ma a me non me ne frega un cazzo eh, lo sport è così, è una guerra. O no? Poi è un bell'ambiente la scherma, come nella vela, cioè è tutta gente di un certo tipo, c'hanno i soldi..minchia l'attrezzatura costa una cifra, pure la palestra, i poveracci non è che vanno a fare scherma..ma alla fine è un pò una selezione, come nei club no? Ma non è che c'ho qualcosa contro i poveracci, però capito loro piglian su la palla e giocano a calcio. C'è uno da noi, minchia fortissimo, che m'ha detto che si occupa di finanza uno coi coglioni, coi soldi, e vince di brutto! fa tutte le gare, è fortissimo..poi lo vedi, si mette lì e legge il sole 24ore! Troppo bello oh. Capito però? è gente così..son come noi..fidati, prova! Vedi che ti trovi bene ti trovi!

un matto

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5 settembre 2007

Ritratti immaginari: Lui non va alle gare.

E' sempre stato uno spilungone e per questo a volte i suoi compagni di classe lo prendevano in giro. Quello che odiava di più era camminare in mezzo ai banchi per raggiungere il suo posto mentre intorno risatine e mormorii commentavano la lunghezza esagerata delle sue scarpe da basket. Suo padre, un farmacista introverso di sessantacinque anni, gli diceva spesso che "l'altezza procura rispetto e dignità di portamento" e che anche suo nonno era alto e per questo molto stimato, tanto che "molte persone importanti compravano le medicine da lui". Sua madre annuiva con rispetto, trovando l'occasione buona per ricordargli il valore del denaro e di una piccola impresa familiare come la loro. A scuola prendeva voti discreti senza eccellere in nulla, non si è mai veramente inserito in un gruppo e passava l'intervallo a sfogliare riviste di videogiochi con un ragazzo grasso del primo banco che in realtà non sopportava. Il vero momento di riscatto sociale era per lui l'ora di educazione fisica in cui si giocava a basket, il martedi e a pallavolo, il venerdi: grazie alla sua statura veniva sempre scelto tra i primi e si sentiva orgoglioso. Per qualche anno ha anche giocato in una "vera squadra agonista di basket", come diceva lui, nel piccolo sporting club sotto casa. Poi però ha smesso, dopo aver mentito a sua madre per un anno per coprire le bigiate sempre più frequenti, perchè non aveva il minimo talento ed era, anzi, del tutto scordinato. Fu a quel punto che iniziò a fare scherma. Ha preso in mano il primo fioretto durante una vacanza in egitto provando una delle attività sportive proposte dal villaggio turistico in cui si trovava. All'inizio si sentiva molto insicuro dietro alla maschera scura di plastica ma dopo un pò sentiva di "averci preso la mano" e vinceva contro tutti gli altri ragazzi, anche quello grosso più grande di lui di due anni. L'animatore aveva detto alla madre che secondo lui il figlio aveva molto talento e lei, raggiante, aveva deciso di iscriverlo ad una palestra di Milano. Il primo maestro che ha avuto era un italiano piuttosto anziano che credeva nella scherma dei vecchi tempi e nell'importanza di saper fare correttamente l'affondo. Ogni lezione lo faceva restare immobile per minuti interminabili, spiegandogli che la postura corretta è un elemento essenziale del vero schermidore, ma in realtà il motivo di questa pratica era che ormai alla sua età, settantadue anni, si muoveva con difficoltà e anche reggere la spada lo affaticava molto presto. Si trovava bene però con questo vecchio maestro, gli piaceva quel suo modo di fare un pò all'antica. Riconosceva in lui un vero saggio, si sentiva estremamente fotunato e pensava che avrebbe imparato molto da lui. Quando iniziò a tirare fu un vero disastro: le lunghe pose sostenute a lezione e le migliaia di affondi fatti anche nel giardino di casa, ammirato dalla madre e dal fratello piccolo, non lo avevano reso assolutamente capace di cavarsela in pedana. Si muoveva nervosamente, spesso faceva inutili e rumorosi affondi a vuoto, del resto l'unica azione che riusciva a fare e a immaginare. Perdeva quasi sempre, tranne con una donna di quarant'anni da poco approdata alla scherma e un ragazzino magro di cui non ricordava mai il nome. Cercava però di non demoralizzarsi, convincendosi che presto la sua scherma all'antica, i suoi goffi affondi e il saluto pomposo e perfetto che si ostinava a fare prima di ogni assalto lo avrebbero reso un atleta forte e rispettato. Presto una cirrosi alcolica in stato parecchio avanzato costrinse il maestro alla definitiva pensione e lui venne affidato ad una giovane insegnante polacca, sorridente ma di poche parole. Con lei le lezioni erano completamente diverse, molto più faticose e difficili. In realtà stava imparando per la prima volta i banali fondamenti della scherma moderna, assai lontani dai poetici e dolci insegnamenti del maestro precedente. In pedana però le cose non miglioravano e lui si sentiva sempre più insicuro. Gli sembrava impossibile che gli altri riuscissero a fare quelle combinazioni di movimenti che lui trovava così complicate, che capissero sempre facilmente le sue intenzioni quando cercava di attaccare con le sue larghe cavazioni o insicure battute di ferro. Si scoprì un giorno a rimpiangere il basket, "uno sport vero", pensava, non come la scherma che è così strana. Da allora sono passati sette anni e lui, senza capire davvero perchè, non ha mai smesso. I suoi genitori adorano il fatto che faccia scherma e lui una volta gli ha anche detto di aver vinto una gara sociale e suo padre gli ha comprato dei polsini dicendogli che stava diventando un uomo. Ama spiegare ai suoi amici la differenza tra spada, sciabola e fioretto e dice sempre che il suo è uno sport bellissimo e molto particolare, non come il calcio.Va in palestra due volte alla settimana, molto regolarmente. Salta la corda per un quarto d'ora, fa stretching, addominali, poi va a tirare e ogni tanto fa lezione. Non è migliorato, perde molto spesso e fa sempre la flèches, che crede di eseguire alla perfezione. Alla fine dell'allenamento prende sempre un'aranciata amara dal distributore della sala e torna a casa in tram ascoltando metal nell'ipod. Pensa che la scherma gli piaccia e spera sempre di diventare forte, un giorno. Non va alle gare, dice che "non servono".

un matto

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4 settembre 2007

<< Ciao Francesca, come promesso ti scrivo alcune righe riguardo a Scherma & Sperma... >>

<< È un blog che abbiamo creato meno di un anno fa. L’idea è nata dall’intenzione di corrispondere un’immagine più reale della scherma a scapito dei luoghi comuni cui è soggetta. Penserai quindi che si rivolga a coloro che ne vivono fuori. Non è così. S&S è lo stomaco della scherma: sta in profondità e mischia tanti ingredienti. Interpreta un life style di cui la sportività è solo un elemento (e nemmeno saliente) che è più diffuso di quanto non si creda. Come è stato per noi anche per molti altri lo sport rappresenta un’occasione di evasione. Per questo la particolarità del blog è di trattare delle esperienze, vissute o vivibili attraverso la scherma. Chi lo scopre, puntualmente, ci chiede della disarmonia tra il titolo e i contenuti. Naturalmente è voluto. Se è vero che lo sport è una metafora della vita, allora è opportuno trattarlo come un ipertesto: sul blog le questioni schermistiche sono solo un pretesto per alludere ad altro e viceversa, non sono mai fine a sé stesse. Ci sforziamo di scrivere qualcosa di non scontato e i post contengono spunti variopinti che vengono dalle esperienze e gli interessi diversi dei tre autori. A noi quindi va bene così: non vogliamo appiattire il prodotto per farlo piacere a tutti. Anzi, il titolo deve quasi scacciare i lettori superficiali per lasciare spazio ad un certo numero di persone che interpretano i valori qui espressi. Per usare un termine affettato S&S è underground.
Non è un forum. Da subito abbiamo escluso la formula del chiacchierio. Il pallino rimane in mano agli autori che corrispondono delle riflessioni, le quali tuttavia possono essere commentate. Se queste poi daranno origine ad un dibattito il suo luogo naturale sono gli spogliatoi delle sale d’armi. Non è neanche un sito di informazione o di schiamazzi sulle questioni politiche dell’ambiente, come ne esistono. Intendiamoci, l’istituzione schermistica è ministeriale e pachidermica e replica nel suo piccolo tutte le patologie degli analoghi sistemi maggiori. Il sito Internet della Federazione Italiana Scherma poi non è nient'altro che un bollettino che passa un’immagine sempre positiva e vincente ripiegata sui campioni. Ma è giusto così, è questa sua natura politicamente corretta e autoreferenziale che legittima Scherma & Sperma, dove invece il lettore può riconoscersi. È bella la descrizione data al link di S&S da un gestore di un sito che commercializza materiale tecnico: "Pura scherma, 100%. Un eccellente progetto dedicato a chi la Scherma la vive in tutte le sue forme, nella sua essenza completamente irregolare, fuori dai canoni ed incredibilmente autentica". Vorremmo che S&S diventasse un marchio in grado di sintetizzare un concetto e promuovere un significato. >>