Aries e l'Ira in pedana. Una case history
Ecco una storiella formativa sulle conseguenze dell’ira in pedana, nella fattispecie in allenamento.
L'altr'anno tre giorni prima di Ravenna tiravo in sala con un modesto avversario, un assalto a 5 per rifinire la lunga preparazione alla gara.
Sul 4 a 0 ebbi chiaro che ci sono giornate per tirare di scherma ed altre per andare a cercar funghi. Non v'è nulla di male in questa considerazione, non è rassegnazione bensì saggezza.
Ma io no, oltraggiato dall’evidenza, non volevo rimanergli inerme: "ciò che non può la mia spada contro questo nano ipofisiaco" - pensai - "lo potrà il mio piede contro quella colonna di cemento!"
Si sa: i piedi perdono e le colonne vincono, sempre. Tuttavia l’esito degli esami fu rassicurante: "Forte contusione tibiotarsica sx con versamento intrarticolare. Niente di grave" - mi disse il tibiotarsologo - "dovrà restare con la caviglia immobile per una settimana almeno, ghiaccio e blablabla…"
- "Io tra tre giorni avrei una gara"
- "Ahahahahahahahah"
Non mi diedi per vinto: "E che ci vuole? Tempo, misura, velocità la scherma è tutta lì. Precedenza di punta altro che gambe!" (parlavo come Dario Mangiarotti).
Il giorno successivo mi recai zoppicante (zoppicavo come Dario Mangiarotti) alla festa di laurea di Niccolò Mencacci. A causa dell’overdose di Voltaren e gastroprotettori generici, somministra-ti-mi dal Dott. Antonio Robecchi con lo stesso tono con cui la fatina raccomanda a cenerentola di tornare prima della mezzanotte, decisi di presenziare ai festeggiamenti totalmente sobrio.
Ma un destino cinico e baro mi si parò sotto le sembianze di una giovane schermitrice piemontese (falsa e cortese), dandomi le motivazioni necessarie per violare i precetti della fatina. Passata la mezzanotte raggiunsi la quota della brunetta.
Il tempo di riaccompagnare a casa milady ed eccomi sfrecciare lungo la via che costeggia il velodromo Vigorelli il quale, coerentemente con la propria mission, è tondo.
Fu per questo che persi il controllo della mia fedele Civic 1.6 110 cavalli?
Può darsi che il mix di alcool e FANS inibitori selettivi della COX-2 possa aver contribuito, chi può dirlo...
Fatto sta che mi ritrovai in panne col muso contromano. Scesi dall’auto imprecante senza avvedermi di una pattuglia di vigili parcheggiata proprio di fronte alla porta Gattamelata della fiera. Il ghisa, che aveva assistito a tutta la scena, era allibito. Sembravo uscito dal cast di un film di Romero.
Provai a spiazzarlo: "Agente, mi dia una spintarella!" Dissi con tono perentorio, quasi improrogabile.
Questo è il dialogo che ne seguì...
- Glielo dico io cosa facciamo: ora chiamiamo il carro attrezzi e rimuoviamo lei e la sua macchina
- Ah
- Ha bevuto?
- 4 mojito (fatti male) e x wodka tonic, sapientemente alternati a Voltaren 50. Ma ho preso il gastroprotettore eh! No.
- Presa un po’ veloce...
- No guardi è la strada che è troppo curva È che ho le gomme un po’ liscie...
- Patente e libretto. Dove stava andando?
- A spararmi un kebab, c’ho una fame Al lavoro
- Ma sono le quattro del mattino
- Lavoro in un giornale, vado a vedere le prove di stampa (scuoto la testa)
- Capisco (scuote la testa guardando il collega), apra il baule...
- ...che roba è?
- Spade, sa sono uno schermidore, tra l’altro ho fatto richiesta per il gruppo sportivo dei vigili urbani, domani parto per una gara molto importante.
- Ma zoppica
- Niente di grave è che sono uno squilibrato e ho preso a calci una colonna di cemento, mi sono infortunato in allenamento ma non posso permettermi di vanificare una preparazione così lunga...
Fui graziato.
5 commenti:
Bene bene: grazie della case history, Aries.
Direi proprio che ci troviamo di fronte ad un tipico caso di ira immediata con postumi ripercussivi da senso di colpa, culminata in una spirale autoditruttiva dalla quale, è bene che tu lo sappia, ti sei salvato per miracolo.
L'ira c'è e la frustrazione viene subito sfogata con un gesto immediato e autolesionista, ma qui c'è molto altro.
C'è la chiara volontà di far seguire al gesto in palestra una successione autolesionista, derivata dal senso di colpa. Si, ho detto senso di colpa. Che sia causato dalla ditruzione del piede o dall'aver perso l'assalto più insulso del mondo non importa: tu hai deciso di punirti oltre alla ragionevole durata del primo impeto.
Il fatto che tu abbia malcelato il tutto con un falso senso di responsabilità e di cautela e facendoti addirittura visitare da un medico (allo scopo di saziare anche il tuo bisogno di attenzioni) non maschera la tua forma di ritardo nella reazione al dolore procuratoti dall'atto schermistico e dai suoi effetti collaterali.
Dell'ira ritardata propria dello spadista medio si è già parlato altrove; l'autopunizione, anch'essa ritardata, è forse comune ad un maggior numero di rappresentanti della nobile arte della scherma (spesso camuffata dal pretesto del festeggiamento ad ogni costo) ma non meno interessante.
Grande esempio storico di questa tendenza si ha nella vicenda di P. alla coppa del mondo a-20 di laupheim, il quale, uscito dall'albergo per la cena dopo la gara esclamò: "devo punirmi.".
Le conseguenze le conosciamo tutti fin troppo bene.
Impeto, sempre;
consiglio ripetuti pugni sul muro(ovviamente con la mano armata)di nocca piena,fino a farsi male nonostante il guanto.
Non è solo autolesionismo, c'è anche una componente di rivalsa, di reazione.
Io preferisco sempre la rabbia alla rassegnazione della propria inettitudine schermistica, perchè quando uno non ci prova nemmeno più, allora può anche smettere.
Marò che tristezza.
Non ho neanche riletto, vabbè chissenefrega.
Uri G.
volevo solo dire una parola.... PIRLA!
stracaro
a proposito di ira in pedana, beccatevi sto video. Questo è veramente fuori...
http://mediacenter.corriere.it/MediaCenter/action/player?uuid=9aca0218-0097-11dd-aec1-00144f486ba6
Ho sentito questo racconto DECINAIA E DECINAIA di volte eppure, come i bambini alla milleunesima visione di "cars", ho letto con piacere quest'ultima versione arricchita di particolari impagabili e voluttuosi, irridenti eserici onomatopeici (me fa ride')
La cosa stupenda è che Aries ne è orgoglioso ed io per questo gli voglio bene.
Ciccio
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